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L'Editoriale

NUOVA VESTE PER TRIVENTINAMENTE

Marcello Scarano, Trivento
NUOVA VESTE PER TRIVENTINAMENTE

In prossimità del primo compleanno, il sito si presenta con una nuova impostazione grafica, che ci auguriamo interpreti e soddisfi l'esigenza, più volte manifestata, di affrontare con sistematicità le tematiche proposte.
A questo riguardo rinnoviamo l'invito a chiunque lo desideri di far pervenire, anche via email (info@triventnamente.it), riflessioni, suggerimenti, proposte che diverranno appositi spazi di discussione.

Per iniziare proponiamo alcuni temi e rubriche alle quali si aggiungeranno quelle proposte dai lettori.



Articolo letto N. 9953 volte

Pubblicato il 10 Febbraio 2011

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N. 32 risultati trovati
nalim - 15 Marzo 2011 alle ore 17:30
concordo perfettamente con de lellis...trivento sveglia!!!!!!!!!! siamo diventati l'ultimo paese del molise o quasi....
Rosanna Carosella - 14 Marzo 2011 alle ore 22:01
Anonimo contro anonimo...fuori orario presenta cose mai viste...Scherzo!Non entro nel merito della discussione nel modo più assoluto ...Però voglio dire una cosa ad entrambi:guardiamo al futuro e facciamolo con lealtà, umiltà e rispetto per noi stessi e per gli altri. Se non si parte da questo ben poco si può fare per la nostra Trivento. In fondo l'amiamo tutti, nel bene e nel male,ognuno secondo il proprio modo..... Ed ha bisogno di tutti noi, diamole il meglio:diamante è Lei, e luce siamo noi...
Anonimo - 13 Marzo 2011 alle ore 22:29
anonimo,tu non crescerai mai se resti sempre tale
Anonimo - 13 Marzo 2011 alle ore 10:33
E' proprio il caso di dirlo, siamo rimasti tutti indietro nel tempo...imbalsamati in un perbenismo che non trova nessun riscontro......e quando cresceremo...........le statue sono capaci di parlare e agire di più.
tullio farina - 11 Marzo 2011 alle ore 9:43
Ho letto la considerazione dell'anonimo sulla vigliaccheria e devo rispondere che chi non sa cosa sia la vigliaccheria è proprio lui. Se si prende un vocabolario e si consulta tale termine si legge testualmente " codardia, pusillanimità, discorso da persona paurosa. Nalla Roma papalina del 1600 vi era la censura con i famigerati tribunali d'inquisizione che individuavano il male, anche dove non c'era,per cui i cittadini dovevano protestare coprendosi giustamente con l'anomimato per non essere condannati o finire addirittura sul rogo. Oggi, abbiamo varcato le soglie del 2000,c'è libertà di stampa e di pensiero e chiunque può dire la sua senza nascondersi. Se trascende nel dire e sfocia nella diffamazione può naturalmente essere condannato, ma la diffamazione non può essere sinonimo di libertà, ma di inciviltà. La libertà di pensiero significa dire la verità o la bugia senza nascondersi con un bigliettino sotto una statua che non può vedere ,sentire o magari dire a chi non vuol farsi riconoscere " ma che cosa stai facendo" Perciò, caro anonimo, chiunque tu sia, cerca di stare almeno al passo con i tempi,perchè in materia di fede e di costumi sei rimasto al Concilio di Trento .
Marcellino - 10 Marzo 2011 alle ore 21:27
chi rievoca Pasquino per poter dire la sua è rimasto indietro con il tempo ed appartiene al passato per cui può anche essere attratto da una statua priva di anima Il presente e il futuro sono caratterizzati dalla libertà di pensiero e di parola senza ricorrere al bigliettini. Oggi i bigliettini o pizzini sono i mezzi di comunicazione dei mafiosi. Complimenti anonimo
gianni de lellis - 10 Marzo 2011 alle ore 9:17
c'è un grande silenzio da parte degli amministratori sul futuro di Trivento.Lo so che non ci sono soldi ma anche una goccia è la piccola parte di un fiume.Sono stati a Trivento l'estate scorsa dei miei amici solo 4 giorni e due mesi dopo mi hanno regalato un libro su Trivento e i siti archeologici dei dintorni con un bellissimo reportage fotografico.Piccole cose ,gocce...cominciate a raccontarci la favola di un progetto,vi staremo a sentire,abbiamo bisogno di sognare.Grazie Gianni
Anonimo - 9 Marzo 2011 alle ore 19:50
Qualcuno parla di vigliaccheria non sapendo nemmeno cosa è......pensiamo a questo periodo come quello che vivevano i romani a cavallo del XVI e XIX secolo con i papi che facevano il bello e il cattivo tempo e allora i cittadini che si inventarono!?!.. ."Le Pasquinate"...... durante la notte si lasciavano al collo o ai piedi di Pasquino dei foglietti con satire in versi diretti a uomini pubblici più importanti. Da queste satire si evinceva l'insofferenza verso gli abusi e l'arroganza di alcuni. Certamente questi uomini non erano vigliacchi.......HANNO FATTO LA STORIA. Pasquino per chi non lo sapesse era ed è una statua.......
Rosanna Carosella - 8 Marzo 2011 alle ore 12:54
Oggi è la festa della donna. Dal fronte nulla di nuovo se non le pubblicità a tema, le mimose a festa, inviti a cene speciali e così via. Non solo, quest'anno la festa della donna coincide con l'ultimo giorno di carnevale: "è un caso o una profezia? La festa di un giorno dà sì l'impressione di volare ma con ali che sono di vetro, queste splendono come diamanti, invece si spezzano facilmente e restano addosso i segni dei chiodi(...)".L'intero articolo, che consiglio di leggere, lo si può trovare sul sito della diocesi di Trivento (www.diocesitrivento.it). Forse mai come adesso l'8 marzo più che celebrato, merita di essere dedicato. Mi riferisco in particolare alle donne vittime di discriminazioni e pregiudizi, violate nell'anima e nel corpo, usate ed abusate da chi umano ha solo le sembianze..ancora purtroppo...ancora..ogni giorno. Eppure quest'anno l'8 marzo ha un sapore diverso. Cade nello stesso mese in cui celebriamo i 150 anni dell'unità d'Italia e pertanto è d'obbligo ricordare le donne che hanno partecipato ad un evento così importante. In fondo e senza saperlo, sono state le più emancipate di tutte. Hanno lottato per la loro terra e cresciuto i loro figli nella miseria e nella fame, hanno incoraggiato e combattuto a fianco dei loro uomini con una dignità ed una forza indescrivibile. Certamente da allora ne è passata d'acqua sotto i ponti, ma una cosa è certa: la donna di oggi deve ciò che è, alla donna di ieri. Nel 1988 Giovanni Paolo II con la lettera apostolica "Mulieris dignitatem" rivolge alle donne un ringraziamento davvero speciale:"Grazie a te donna-madre che ti fai grembo dell'essere umano nella gioia e nel travaglio di un' esperienza unica, che ti rende sorriso di Dio per il bimbo che viene alla luce, ti fà guida dei suoi primi passi e punto di riferimento nel cammino della sua vita. Grazie a te donna-sposa che unisci irrevocabilmente il tuo destino a quello di un uomo in un rapporto di reciproco dono, a servizio della comunione e della vita. Grazie a te donna-lavoratrice impegnata in tutti gli ambiti della vita sociale, politica ed economica, per l'indispensabile contributo ricco di umanità (..). Voglio poi riportare, brevemente, un aneddoto curioso pubblicato sul sito della diocesi di Trivento un anno fà in occasione della stessa ricorrenza. Quando Dio creò la donna era già al suo sesto giorno di lavoro e stava facendo anche gli straordinari. Apparve un angelo e gli chiese:"Come mai stai impiegando tanto tempo per la donna?"Il Signore rispose:"Hai visto il mio progetto su di lei? Deve essere completamente lavabile, non di plastica e capace di funzionare con una dieta di qualsiasi cosa avanzi, avere un grembo che possa accogliere quattro bimbi contemporaneamente, avere un bacio che possa curare da un ginocchio sbucciato ad un cuore spezzato e fare tutto ciò solo con due mani. L'angelo si meravigliò dei requisiti:" Solamente con due mani, impossibile!E' troppo lavoro per un giorno, aspetta domani". "No, voglio finire, sono tanto vicino a terminare questa creazione e ci sto mettendo tutto il mio cuore". Ed aggiunse:"Ella si cura da sola quando è ammalata e può lavorare 18 ore al giorno". L'angelo si avvicinò di più e toccò la donna:"Però l'hai fatta così delicata Signore". "E' delicata, ribattè Dio, ma è anche robusta. Non hai idea di quello che è capace di sopportare ed ottenere ". E l'angelo: Sarà capace di pensare? Dio rispose:"Non solo, di ragionare e di trattare". L'angelo allora notò qualcosa e allungando la mano toccò la guancia della donna ed esclamò:"Signore pare che questo modello abbia una perdita!". "Non c'è nessuna perdita, è una lacrima" lo corresse Dio. "A che cosa serve?" chiese l'angelo. "Le lacrime sono il suo modo per esprimere la sua gioia, l' amore, la sua sofferenza, il suo disinganno, il suo orgoglio. Questo impressionò molto l'angelo che rispose:"Sei un genio Signore, hai pensato a tutto. La donna è veramente meravigliosa". Al racconto voglio aggiungere solo questo. Indubbiamente le donne hanno delle energie inesauribili, a volte però dimenticano due cose: il loro valore, e che su ciascuna di esse Dio ha un progetto infinito. Chiudo con una frase di Maria Mitchell che ci fa ben sperare:"Grandi difficoltà le donne incontrano sul loro cammino ma non devono mai dire:sono soltanto una donna! Una donna e che cosa chiedere di più?" Auguri a tutte.
maurizio scarano - 4 Marzo 2011 alle ore 17:32
Cercherei, se possibile, di riportare la discussione su problemi concreti. Si era parlato di centrale, di centro storico (nessuna risposta ai quesiti posti), di iniziative a sostegno delle vocazioni del territorio(turismo, agroalimentare, cultura,etc. ). Solo così facendo un sito come questo può diventare centro di discussione costruttiva. Gianni De Lellis ha provato a mettere sul tappeto un argomento importante per il quale anch'io ritengo valga la peena spendere tempo e risorse. Le polemiche sulle persone ci stanno, per carità, ma poi lasciano il tempo che trovano, sono sterili e non producono alcunché di concreto. Piacerebbe,invece, come ho già avuto modo di dire, che sui problemi posti ci fossero risposte chiare da parte di chi deve fornirle. E' stato da apprezzare, sotto questo punto di vista, l'assesore Vasile per i suoi interventi sulla centrale a biomasse, problema sul quale ripeto che, a mio giudizio, con il parere contrario del Comune, non si fa un bel nulla e quantomeno si creano i presupposti per una raffica di ricorsi che poi, di fatto, bloccano il progetto.
tullio farina - 4 Marzo 2011 alle ore 12:28
cara Maria,non potrò essere presente alla cerimonia di inaugurazione della splendida iniziativa da te concepita e portata a termine perché mi trovo fuori Trivento. Formulo i miei migliori auguri a te e a tutto lo staff che dirigerà il centro diurno. Solo un animo sensibile poteva arrivare a tanto e tu di sensibilità ne hai da vendere perché per te la diversità non è solo un argomento di studio o di discussione, ma un'esperienza di vita formatasi per la difesa di coloro che, pur avendo gli stessi diritti non vengono però considerati e trattati in modo adeguato. Non mi dilungo per non cadere nella retorica. Ti dico solo che sei stata una testarda intelligente e molto brava.Buon lavoro e che altri possano seguire il tuo esempio
Maria Mastroiacovo - 4 Marzo 2011 alle ore 0:49
Con la gioia nel cuore posso finalmente dire che il progetto per cui ho tanto lottato è diventato realtà, Domenica 6 marzo alle ore 16,00 l'Associazione di Volontariato "Cielo e Terra" inaugura il Centro Diurno Socio Educativo "Raggio di Luce". Il Centro è quasi pronto, quello che manca non ci spaventa, certo, consapevoli delle tante difficoltà che si dovranno affrontare, andiamo avanti sereni per la strada intrapresa. Nell'ambiente che abbiamo creato si respira già una inspiegabile aria leggera di pace. Stiamo ricevendo tanta solidarietà, in giro c'è tanta, tanta gente capace di offrirsi per una giusta causa e questo mi fa pensare che in questo paese vale la pena lottare per creare situazioni migliori. Stiamo facendo il tesseramento che ci permetterà di realizzare più Laboratori, ma soprattutto di offrirli ad un numero più elevato di utenti, considerato che da una prima e non approfondita ricognizione, in questo territorio e paesi limitrofi, risulta esserci un numero molto elevato di utenti. Chiedo scusa se con i manifesti e le brochure non siamo riusciti ad arrivare ad informare ed invitare tutti, nessuno si senta escluso, sentitevi tutti partecipi di questo evento, non abbiamo nessuna esperienza nell'organizzare queste giornate ed io personalmente non voglio che per colpa di una mia mancanza possa rimetterci il bene del Centro. Voglio ricordare che gli utenti di cui parlo sono ragazzi con gravi, meno gravi e lievi disabilità, che restano a casa isolati dalla società, magari nelle campagne e con genitori anziani. Li ho conosciuti tutti, hanno tanto da dare, sono davvero persone speciali, io ho scelto di stare con loro e aiutarli a mostrare la loro grande dignità.

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