NEL 650° ANNIVERSARIO della MORTE di PIETRO DELL’AQUILA VESCOVO di TRIVENTO
Pietro dell’Aquila è stato uno dei teologi più eminenti del Trecento italiano ed uno dei più illustri vescovi di Trivento. Nato nel 1275 a Tornimparte, in provincia dell’Aquila, entrò giovanissimo nell’Ordine Francescano ed a soli quindici anni, concluso il noviziato, fu inviato a Napoli per approfondire le discipline teologiche ed umanistiche presso lo Studio Generale dell’Ordine.
I suoi superiori ne colsero immediatamente le straordinarie qualità intellettuali e lo inviarono a Parigi dove conseguì i titoli accademici di Baccelliere, di Maestro e nel 1310 di Dottore in Teologia. A Parigi conobbe l’opera e la dottrina di Giovanni Duns Scoto. Subito dopo rientrò in Italia nel convento di Todi dove pose mano alle sue opere teologiche fondamentali. Infatti è qui che Pietro scrive e completa nel 1334 la sua opera monumentale, il Commento ai quattro libri delle Sentenze di Pietro Lombardo. A quest’opera poderosa, dove viene sintetizzato in modo mirabile il pensiero di Giovanni Duns Scoto (che solo nel Cinquecento ebbe sei edizioni), seguirono il Compendium super librum Sententiarum e l’Expositio in libri ethicorum Aristotelis.
La sua fama di teologo oltrepassò le alpi e presto venne soprannominato lo Scotello per significare il suo stretto legame culturale e spirituale con Duns Scoto, tanto che, ancora lui vivente, era ricorrente tra gli studiosi questo distico "Si vis Subtilis apices decerpere Scoti/ Hoc aquilae Petri solvito dives opus"("Se vuoi godere la sottigliezza del Sottile Scoto/ devi interpretare la meravigliosa opera di Pietro dell'Aquila").
Oltre che teologo insigne Pietro dell’Aquila ricoprì anche importanti incarichi di governo nella Chiesa del tempo.
Nel 1334 fu superiore provinciale del suo ordine in Toscana. Il 22 gennaio 1344 venne nominato cappellano alla corte di Napoli dalla regina Giovanna I. Nel 1346 venne nominato inquisitore apostolico a Firenze. Il 12 febbraio 1347 venne eletto vescovo di Sant'Angelo dei Lombardi.
Il 30 maggio 1348, con la bolla Credite vos, papa Clemente VI lo promuove vescovo di Trivento, dove rimarrà per tredici anni, fino a quando la morte lo colse in Agnone, dove è attualmente sepolto, l’8 novembre 1361. Lo stesso giorno in cui era morto nel 1308 Giovanni Duns Scoto!
Il breve e scarno profilo biografico di Pietro dell’Aquila – che avrebbe meritato ben altro in questa ricorrenza - vuole essere un (primo) timido tentativo di riparazione alla damnatio memoriae che sembra ottenebrare il nostro passato. La perdita della memoria storica non solo ci impoverisce, ma rendendo incerta la nostra identità, finisce per privarci della capacità di leggere il presente e di farci balbettare di fronte al futuro.
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Pubblicato l'8 Novembre 2011